La Valle d’intelvi ha rilevato l’abbandono del sistema dei prati-pascoli, la riduzione delle superfici foraggere, la perdita di biodiversità per l’invasione di specie infestanti e la perdita delle produzioni. Per mantenere le aziende esistenti e l’occupazione attuale, e possibilmente incrementarle, è importante preservare l’ambiente e il paesaggio rurale anche al fine di aumentare l’attrattività turistica delle aree rurali e il supporto al mondo agricolo.
Allo stesso tempo la Valle ha già espresso la volontà di recuperare un edificio per farne un centro di vendita delle produzioni agricole. Perché non trasformare questo centro in una vera e propria antenna della cultura casearia d’alpeggio e in un presidio della biodiversità legata ai prati-pascoli? Nel centro si potrebbero sviluppare attività didattiche di sensibilizzazione al tema dei cambiamenti climatici e, immaginare che diventi il punto di partenza di percorsi turistico-ricreativi in quota che mostrino le emergenze floristiche, i manufatti tipici delle produzioni di alpeggio, i paesaggi rurali che ne derivano e raccontino le tradizioni in particolare dell’arte casearia.
Il Triangolo Lariano esprime l’esigenza di gestione dei boschi, in quando molto spesso queste superfici vengono lasciate all’evoluzione naturale dato che solo 1/3 del territorio boschivo (15.300 ha) è di pertinenza pubblica. La gestione ordinaria dell’ecosistema bosco è un onere importante per il territorio; tuttavia la cura del bosco può creare un indotto economico attraverso la valorizzazione della filiera bosco/ legno / energia, di punti panoramici e alberi monumentali, percorsi turistici più strutturati, nuove forme di fruizione (glamping, forest bathing). Anche in questo caso la valorizzazione dei servizi ecosistemici della foresta in forma innovativa e alternativa rispetto all’offerta disponibile può generare sviluppo sostenibile, rilanciare le economie locali e migliorare le condizioni di vita della comunità.
L’antenna culturale intelvese potrebbe essere messa in relazione con una seconda antenna che racconti i paesaggi terrazzati e l’olivicoltura e una terza che racconti dei castagneti del Triangolo Lariano, dello jus plantandi, delle faggete che offrono percorsi terapeutici per mezzo dei loro colori autunnali, della presenza di sorgenti, corsi d’acqua e pozze che trasmettono potenziale turistico e aggregativo.
La strategia “Lago di Como SMART: Strategie Multi Attore per una Ruralità espressione dei Territori” ha l’obiettivo di individuare approcci innovativi alla gestione delle risorse del territorio, in particolare boschi, prati-pascoli, sistemi ambientali connessi all’acqua in quanto fornitori di Servizi Ecosistemici, di biodiversità e rappresentano elementi attrattivi importanti per il turismo.
Fondamentale per la buona riuscita della strategia sarà individuare soluzioni coerenti con i fabbisogni dei territori e focalizzarsi sul ruolo degli ecosistemi nel fornire beni e servizi all’uomo. La strategia prevede, da un lato, l’avvio di interventi che sostengano gli ecosistemi, la biodiversità e il paesaggio, dall’altro, interventi che sostengano servizi socio-culturali e turistico-ricreativi. Importante sarà la ricerca attraverso l’attuazione dell’intervento degli smart village, di uno strumento – il PES – che possa mettere in relazione. Occorre trovare un modello di gestione integrata, innovativa che possa mantenere nel tempo i risultati progettuali ottenuti.
Servizi ecosistemici, Biodiversità e Paesaggio
Turismo
I servizi ecosistemici (SE) sono quella serie di servizi che i sistemi naturali generano a favore dell’uomo e possono essere raggruppati in tre categorie principali:
* SE di regolazione di gas atmosferici, clima, acque, erosione, prevenzione del dissesto idrogeologico, regolazione dell’impollinazione, habitat per la biodiversità;
* SE di approvvigionamento di cibo, materie prime, acqua dolce, variabilità biologica;
* SE culturali, quali valori estetici, ricreativi, educativi, spirituali, artistici, identitari.
I boschi e le foreste, in particolare, sono sistemi naturali che offrono un’ampia serie di servizi ecosistemici che spaziano dalla fornitura di prodotti legnosi e di altri “prodotti del bosco” (frutti, funghi, tartufi, ecc…), alla tutela del suolo e dell’assetto idrogeologico, alla conservazione della biodiversità, a funzioni turistiche e paesaggistico-ricreative, all’assorbimento di carbonio con funzione di contrasto al riscaldamento climatico, all’assorbimento di inquinanti particellari ed altri inquinanti aerodispersi.
Il PES consiste nel riconoscimento, da parte della società, del ruolo svolto dagli ecosistemi e, quindi, dell’importanza del mantenimento delle loro funzioni anche attraverso strumenti di mercato. Il Pagamento dei Servizi Ecosistemici e Ambientali (PES) si costituisce, quindi, come una occasione di remunerazione per i soggetti pubblici e privati che mantengono e/o migliorano gli ecosistemi naturali, conservandone la biodiversità e mantenendoli in grado di erogare servizi ecosistemici utili alla collettività. La remunerazione dei SE può così diventare un incentivo alla gestione sostenibile della montagna e delle aree rurali le quali, per il solo fatto di esistere, svolgono servizi naturali e garantiscono così molti benefici vitali per l’uomo.
Esempio attivo di PES in territorio italiano: la ricarica artificiale della falda ad opera del Consorzio Pedemontano Brenta (Veneto). Per combattere l’impoverimento degli acquiferi, il Consorzio Pedemontano Brenta ha implementato delle soluzioni basate sulla natura per la ricarica artificiale delle acque sotterranee. Il Consorzio sta sperimentando la gestione di aree forestali – attraverso la piantagione di essenze a ciclo breve – per l’infiltrazione e l’inondazione di zone umide e foreste durante l’inverno, per garantire livelli adeguati di acque sotterranee durante i mesi estivi. Su un’area sperimentale di 4 ha, in prossimità di propri esistenti impianti irrigui sono state scavate delle scoline longitudinali, affiancate da alberature, in cui viene fatta scorrere acqua nelle stagioni di abbondanza, che così si infiltra nel terreno, molto permeabile, per ritrovarle in falda e nelle risorgive.
Il Consorzio ha così firmato dei contratti con i proprietari dei terreni che prevedono il pagamento di circa 10.000 euro per ettaro per la creazione di aree di infiltrazione forestale (AFI) e di 1.100 euro anno per la loro manutenzione.
L’ente consorziale ha già realizzato 10 aree a “boschi di ricarica” (in alcuni casi tramite la diretta presa in gestione), per un’estensione di circa 10 ettari, riuscendo in tal modo ad infiltrare in falda circa 10 milioni di metri cubi d’acqua all’anno. La messa a dimora di specie arboree a ciclo breve consente ogni biennio di ottenere una produzione di biomassa utile per un utilizzo energetico da fonti rinnovabili e che consente il recupero dei costi di realizzazione delle aree. Inoltre, le aree di rimboschimento risultano essere delle aree naturali di grande valore ecologico.
Il GAL preparerà i territori a questo nuovo approccio, attraverso azioni di animazione e di formazione, di informazione e di divulgazione (interventi SRH). Sarà poi il territorio a preparare ed attuare strategie smart village da candidare a bando sull’intervento SRG07, intese come progetti di cooperazione articolati in una o più operazioni, condivise da parte di gruppi di beneficiari pubblici e/o privati e relative a specifici settori – nel caso del GAL ecosistema bosco e habitat prato-pascolo – per favorire nell’area rurale l’uso di soluzioni innovative capaci di generare ricadute economiche, sociali e ambientali. Il GAL assumerà, quindi, il ruolo di facilitatore dei processi di innovazione sia nella fase di preparazione delle progettualità da candidare sul bando sia in tutta la fase di implementazione delle progettualità, che si vorrebbe portassero alla nascita di start up extra-agricole (intervento SRE04).
Il GAL intende finanziare sin da subito interventi di infrastrutturazione dei sistemi malghivi (SRD07), interventi di recupero delle pozze e di eliminazione delle specie infestanti (SRD04) per garantire l’attività antropica che ha determinato l’habitat prato/pascolo. Inoltre, si occuperà di interventi ai danni alle foreste (SRD12), di recupero di architetture rurali ed alpeggi (SDR09), di salvaguardia di muretti a secco e terrazzamenti (SRD04). Contemporaneamente sosterrà azioni di creazione di servizi per la popolazione (SRD09) e delineerà i sistemi di offerta socioculturali e turistico-ricreativi (SRD07).