Tra natura, leggende e vita rurale, partiamo alla scoperta dei luoghi e dei reperti lasciati dal passato. Lungo 5 km e con un dislivello complessivo di 300 m, questo straordinario itinerario che parte dalla frazione fondata dai frati benedettini, Maisano di Valbrona, vi permetterà di percorrere le vie del tempo.
Già nel borgo d’alpeggio dell’Alpe di Monte potrete intravedere e respirare la vita di inizio Novecento, quando, per preparare il burro, si riempiva la ghiacciaia di neve e foglie di faggio, in modo da raffreddare il latte per poi spannarlo. Potrete anche tuffarvi nel Cinquecento e scoprire la tomba della bella e giovane Stefano, donna dal nome maschile, che venne accusata di stregoneria perché riusciva ad avere colture più rigogliose dei contadini della valle.
Viaggerete ancora indietro nel tempo e, quando vedrete qua e là delle tombe scavate, saprete che sono chiamate massi avelli, ossia grandi massi erratici risalenti all’era glaciale che rappresentano ancora un mistero archeologico, sia per quanto riguarda la loro datazione, sia per la loro collocazione culturale. Con il tempo, queste sepolture vennero trasformate in fontane e abbeveratoi per le mandrie. Partirete dalla località di Valbrona, detta la Valle delle Sorgenti, e più precisamente da Via alla Fontana, raggiungerete, quindi, la fontana di San Carlo. Questa fontana ha alcune particolarità: è composta da più massi avelli, l’ultimo dei quali viene utilizzato come abbeveratoio, è alimentata da un fontanino e un tempo il lavatoio vicino era un vero e proprio luogo di ritrovo per tutti gli abitanti del borgo. Esplorerete la spiritualità del borgo appena iniziate il percorso, arriverete alla Cappella della Sacra Famiglia. Da qui, prenderete il sentiero a sinistra che si inoltra tra piante di gelsi, testimonianza dell’antica tradizione della seta a Maisano. Continuerete a salire e incontrerete un’altra piccola cappella affrescata: la cappella della seconda Trinità. Continuando ancora arriverete all’area picnic «Cuatorta», dove troverete griglie per il barbecue e la tranquillità del verde.
Procederete dall’area picnic verso sinistra, vedrete il massiccio delle Grigne stagliarsi contro il cielo. Arriverete ad un casolare in località Rogorea, dove troverete un bel prato interrotto da grandi lastroni di granito di 2 o 3 metri di lunghezza: i «sassi della strega». Questi lastroni, disposti a forma di croce, costituiscono il tumulo della giovane Stefano, uccisa per stregoneria durante la caccia alle streghe. Seguendo il sentiero numero 14 del CAI giungerete a un castagneto coltivato e potrete scegliere di continuare sul sentiero 14 o proseguire dritti sul sentiero locale n° 10 che vi condurrà a Prezzapino. Qui troverete due tigli di almeno 200 anni di fronte alla malga, che rubano la scena. Godrete della vista panoramica del lago di Como e delle montagne circostanti, come il Resegone, il Moregallo e i Corni di Canzo.
Procedendo sul sentiero locale n° 12, in soli 10 minuti, arriverete al borgo dell’Alpe di Monte, dove un tempo si praticava l’allevamento e si coltivava frumento, patate e granoturco. Qui incontrerete una grande nevèra, riempita di neve durante l’inverno per poter impastare il burro anche in primavera ed estate, quando il fresco dell’ambiente non permetteva alla panna del latte di montare. La neve sciolta veniva poi utilizzata per tenere al fresco il formaggio. Non veniva conservato molto cibo, solo il necessario per sopravvivere. Alle spalle dell’alpe troverete una fontana costruita con un masso avello e un lavatoio a terra, e più avanti un grande masso erratico in granito.
A Maisano di Valbrona incontrerete la Madonnina del castagno presso un casolare lungo il percorso. Potrete decidere se continuare la passeggiata verso il laghetto di Crezzo dall’Alpe di Monte seguendo il tracciato «In bici nel Triangolo Lariano» oppure proseguirete la discesa fino a quando passerete la fontana di San Carlo verso l’ultima tappa del percorso: l’Oratorio di San Rocco, un gioiello di sacralità e arte con le sue capriate in legno decorato.