Genoma Olivicoltura

Olivicoltura 2030: dallo studio del genoma la ricerca di varietà autoctone resistenti alle nuove avversità

Tra le azioni locali del progetto “Scenari Futuri e Prospettive dell’olivicoltura di qualità – Olivicoltura2030” (finanziato da Regione Lombardia all’interno dell’Operazione 19.3.01 “Cooperazione interterritoriale e transnazionale” promosso oltreché dal Lago di Como GAL, dal GAL Garda Valsabbia 2020 capofila, GAL Quattro Parchi Lecco Brianza, GAL Valle Seriana e dei Laghi Bergamaschi) ha ricoperto grande importanza l’implementazione dell’attività di studio e analisi del germoplasma olivicolo delle varietà tipiche del territorio lariano, iniziata nel 2005 ed i cui primi risultati sono raccolti nella pubblicazione Olivae Larius (Borelli G., Corti R., Fontanazza G., 2008). Le attività sono state eseguite su un campione di piante appartenenti a 29 accessioni genetiche locali con caratteristiche fra loro diverse.

 

Si legge nel report conclusivo di progetto redatto dagli agronomi Giandomenico Borelli e Michele Dell’Oro, “L’attuale attività di studio ha previsto l’aggiornamento del censimento mediante ricognizione sul territorio per la valutazione dei parametri morfologici, produttivi e di resistenza alle avversità dei singoli esemplari di olivo già precedentemente oggetto di censimento ed analisi. Alla luce dei cambiamenti climatici e del loro impatto sulle performance vegetative e produttive delle diverse accessioni genetiche, è stata valutata sulle piante madri, la presenza e l’intensità di patologie e parassiti tipici ed emergenti. Le diverse accessioni individuate risultano radicate in contesti anche fra loro differenti in termini di caratteristiche microclimatiche e pedologiche.” 

 

L’attività di valutazione delle performance produttive e in particolare della capacità di adattamento delle varietà locali si è svolta mediante l’osservazione dello stato di salute e il prelievo di genoma da piante madri dislocate nel territorio del Lago di Como Gal e del Gal 4 Parchi, distribuite nel territorio come illustrato nella mappa seguente:

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Le piante madri hanno un’età mediamente superiore ai 100 anni e sono caratterizzate da un patrimonio genetico peculiare, che ha permesso alle piante di adattarsi al clima locale e di sopravvivere per oltre un secolo alle nostre condizioni ambientali.

 

Per poter meglio monitorare le differenti varietà sparse nel territorio comasco, negli anni 2014 e 2015 sono stati costituiti due differenti campi collezione nei comuni di Valmadrera presso la cascina Rossé della Comunità Don Guanella e Bellano in località Roncaletto, presso l’azienda agricola Poppo di Leonardo Enicanti in provincia di Lecco. 

Gli impianti rivestono ad oggi un duplice ruolo di conservazione del patrimonio genetico e valutazione delle performance produttive dei differenti ecotipi in un contesto di gestione moderna all’interno di oliveti intensivi specializzati. 

Nel corso delle attività svolte nell’anno 2021 sono stati monitorati i parametri relativi a circonferenza al colletto, intensità di fioritura, capacità di produzione delle olive, presenza di patologie o attacchi di parassiti.

Alla fine della campagna olivicola 2021 sono state raccolte le olive di alcune piante appartenenti agli ecotipi locali Travellina e Grignola, risultate più interessanti dal punto di vista produttivo anche in un anno di scarsa produzione e che avevano manifestato una minor sensibilità al fenomeno della cascola precoce dei frutticini. 

Le olive sono state immediatamente trasportate presso i laboratori del C.N.R. di Bologna, dove sono state molite con un micro frantoio; l’olio prodotto è stato quindi sottoposto ad analisi fisico-chimiche relative ad acidità, numero di perossidi, polifenoli, composizione in acidi grassi.

 

Lo studio si è rivelato particolarmente utile per l’identificazione di piante in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici e di resistere agli attacchi parassitari di organismi alloctoni di recente inserimento nel nostro areale. Le mutate condizioni, infatti, portano ad una selezione naturale delle varietà di piante di ulivo che esprimono livelli produttivi molto differenti tra loro. 

Si legge nel Report di Borelli e Dell’Oro: “Negli ultimi anni, sia a causa dei cambiamenti climatici che portano a lunghi periodi siccitosi, spesso alternati a piogge o altri fenomeni atmosferici estremi, sia, soprattutto, a seguito dell’avvento di nuove avversità, il fenomeno dell’alternanza produttiva con annate di scarica risulta alquanto accentuato. I rilievi sono stati eseguiti nel 2021, annata che si è rivelata, a livello generale, di forte scarica produttiva nell’areale lariano. È importante inoltre considerare che molte piante fra quelle prese in esame non risultano coltivate; in questi casi nessun intervento fitosanitario viene applicato in ottica di difesa dalle avversità. In considerazione di quanto sopra, la riscontrata presenza di produzione in questi soggetti risulta quindi un indicatore significativo della naturale minor suscettibilità a patologie, parassiti o stress di natura abiotica.”

Dallo studio risulta che su 28 esemplari solo 12 hanno prodotto e 4 di questi presentavano un quantitativo di olive da medio a buono. È da queste piante che dobbiamo partire per costruire una popolazione olivicola forte, resistente in grado di produrre importanti quantità di olive con alto valore organolettico. Il futuro dell’olio Dop del Lago di Como ricomincia da qui.

 

Canzo, settembre 2021