OltreLario
L’emozione dei monti lariani
OltreLario porta il viaggiatore a scoprire cosa le pendici intorno al lago di Como abbiano da raccontare: storie e aneddoti, che passano dalla comunità locale al viaggiatore tramite esperienze di viaggio, che intersecano natura, cultura e artigianato. Macineremo il grano in un mulino a ruota ancora funzionante sul fiume Lambro, metteremo le mani nella cagliata per produrre il Primosale, raccoglieremo erbe spontanee, visiteremo un laboratorio di estrazione delle piante officinali del Triangolo Lariano, conosceremo da vicino lama, asini e cavalli, scopriremo le artigianalità dei luoghi.
I paesaggi sono disegnati dalle testimonianze della tradizione culturale locale: terrazzamenti, muretti a secco, mulini, magli, opifici, filande. La natura poi si è impegnata nel creare aree di eccezionale bellezza, come la più grande foresta europea dei Maggiociondoli in Valle d’Intelvi o i funghi di Terra nel Triangolo Lariano e panorami a picco sul Lario mozzafiato. La natura e le sue rappresentazioni sono state fonte d’ispirazione per pittori, come Eugenio Spreafico e Giovanni Segantini e per i Magistri comacini nei loro decori in stucco e scagliola, che hanno abbellito chiese e ville europee per secoli.
Ogni aspetto del territorio viene raccontato, portato alla luce, in un costante viaggio a piedi e in bicicletta. Due mezzi che permettono il tempo lento e, quindi, la possibilità di assaporare i territori rurali. OltreLario si impegna nel trasmettere il bello di pedalare, camminare e rallentare per far scoprire un territorio nascosto, poco visitato, ma ricco di esperienze.
OltreLario è viaggiare nelle sensazioni.
È attraversare boschi in maggio e essere pervasi dal profumo dolce del sambuco, è posare i piedi nel sottobosco ed essere invasi dall’aroma dell’aglio orsino, è cavalcare fra i Maggiociondoli con le fronde ricche di grappoli dorati in fiore.
È incontrare alberi maestosi e secolari che nascondono storie del passato, come il “Foo di Parol” in Valle d’Intelvi, nascondiglio perfetto per i messaggi dei contrabbandieri vicino al valico di confine svizzero, è provare ad abbracciare la circonferenza di quasi 8 metri del castagno secolare detto “Castanun de Buncava” di Barni.
È percorrere la storia. Il Lambro e il suo scorrere fra le rocce, la sua sorgente Menaresta – Mena (VA) e resta (FERMA), che diventa fiume a Magreglio. Immaginarsi fucine, magli. Uomini e donne al lavoro. Vedere ancora mulini in funzione, in azione con quella forza motrice naturale ad Asso.
È camminare fra le nevere in Valle e rivedere i casari posare le forme di burro e formaggio in questi pozzi scavati nella terra e riempiti di neve.
È vivere l’arte passando dallo stile barocco-rococò nella Chiesa di Santa Maria, in Frazione Scaria di Alta Valle Intelvi al romanico-comacino nella Chiesa di Sant’Alessandro a Lasnigo.
È conoscere le maestranze, l’artigianalità alle mani laboriosi di scagliolisti e stuccatori i Valle a quelle operose nella costruzione dei cerchi in legno per le biciclette a Magreglio. È costruire percorsi su tornanti, salite, pianori storici; è intersecare panorami a piombo sul lago di Como; è vivere l’emozione della ruralità, giorno per giorno, a stretto contatto con il territorio e la comunità locale.